giovedì 14 ottobre 2010

Yerevan compie 2792 anni

Lo stemma di Yerevan
Buon Compleanno Yerevan!



Nonostante i numerosi antichi insediamenti  sul territorio dell’odierna capitale armena, alcuni dei quali risalgono fino al IV-II millennio a.C., la fondazione di Yerevan è legata alla storia del regno di Urartu.  Quest'antica civiltà, stabilitosi dapprima nell’Anatolia centrale si era poi espansa verso Est, fondando nel 782 a.C., col re Arghishti I (785-763), la roccaforte di Erebuni, nucleo primitivo di Yerevan.

L’iscrizione cuneiforme su una lastra di basalto rinvenuta durante gli scavi del 1950 sul colle Arin-Berd ne è un'indiscutibile prova:
“Grazie alla grandezza del Dio Khaldi, Arghishti, il figlio di Menua erse questa fortezza inespugnabile e chiamò essa Erebuni, per la gloria del paese Biaini e per il terrore dei suoi nemici”Biani si chiamava il regno di Urartu in lingua urartea.
 Erebuni che fu la più imponente roccaforte del regno di Urartu nella valle di Ararat, fu abbandonata e sostituita dopo circa 200 anni dalla fortezza di Teyshibaini, costruita sotto il regno dell’ultimo grande re urarteo Rusa II (685-645 a.C). Oggi è  l’area di Karmir blur (Collina rossa) di Yerevan.
 Attualmente tutta la zona della cittadella Erebuni con i suoi 50 ettari fa parte del territorio della capitale.
Nel 1968 ai piedi del colle è stato costruito il museo Erebuni che custodisce i reperti dell’epoca urartea: armi, corazze, iscrizioni cuneiformi, utensili, gioielli ecc.
Nello stesso anno per la prima volta è stato celebrato il 2750esimo anniversario di Yerevan.
Dopo un intervallo di 10 anni, la tradizione dei festeggiamenti interrotti nel 1988 viene ripristinata nel 1998.
Quest’anno, per il suo 2792esimo anniversario, non si è potuti scegliere una data migliore del 10.10.2010.

Scena dello spettacolo con il re Arghishti  in centro

I festeggiamenti sono iniziati con una processione teatralizzata con il re Arghishti a capo del suo esercito di 3000 fedeli che, partiti dal monumento del re ai piedi della cittadella di Erebuni, sono stati accolti dal sindaco di Yerevan davanti al palazzo del comune.
Poi la processione ha proseguito verso la centrale piazza della Repubblica dove si è tenuto un grande concerto. 
Nonostante la sua venerabile età  la capitale si è presentata in tutto il suo splendore e vitalità, con più di 20 palcoscenici allestiti in varie aree per: concerti, danze, spettacoli teatrali, passerelle di moda, discoteche, esposizioni di macchine d’epoca e chi più ne ha più ne metta.
Secondo i testimoni è stata una festa grandiosa.


                Uno degli ensamble di danza e canti etnografici  durante i festeggiamenti

giovedì 23 settembre 2010

La storia di una chiesa

    
La chiesa di Santa Croce - Surb Khach, (X sec.) sull'isola Akhtamar del lago Van, nell’attuale Turchia orientale, è il monumento armeno dell’antichità più completo che ci sia conservato in quest’area dell’Anatolia più popolata dagli Armeni in passato. E’ il loro simbolo d’appartenenza a queste terre che secondo il trattato di Sevres (1920) furono annesse al territorio della Prima Repubblica Armena per essere poi passate definitivamente ai Turchi col trattato di Kars nel 1921.
 Abbandonata e caduta in rovina, dopo che i suoi fedeli furono massacrati o deportati altrove, la chiesa è stata restaurata nel 2007 dal governo turco. Ma è diventata  un museo: senza croce, né campane, insegne sacre, pastori e fedeli. Alla cerimonia di fine restauro erano invece in gran mostra i ritratti di Mustafa Kemal Atatürk, fondatore del moderno Stato turco. Al patriarca armeno della Turchia che chiedeva di apporre una croce sulla sommità della chiesa restaurata, le autorità turche hanno opposto un rifiuto.
Ed ecco che, dopo 95 anni, il 19 settembre scorso, con l’autorizzazione del governo turco qui  è stata celebrata una liturgia. Invece di 5000 fedeli attesi dalle autorità turche c’è stato solo un migliaio di armeni arrivati in maggior parte da Istambul, ma anche da altre parti del mondo Questo evento che sarebbe potuto diventare un’occasione di avvicinamento fra l’Armenia e la Turchia, col rifiuto di installare la croce, si è trasformato in uno spartiacque tra i già difficili rapporti fra i due paesi.
      
Molti armeni, chiamando l’iniziativa del governo turco uno “show”, hanno boicottato la messa in segno di protesta contro il mancato riconoscimento da parte della Turchia del genocidio del 1915.
I giornalisti armeni che si trovavano sul luogo il giorno della liturgia hanno raccontato che le autorità turche distribuivano agli ospiti stranieri dépliant per divulgare la loro versione distorta sulla città di Van.

martedì 21 settembre 2010

Il 21 settembre: l'indipendenza armena

Il 21 settembre il popolo armeno festeggia la sua indipendenza. Esattamente 19 anni fa è nata la Terza Repubblica Armena. Ma torniamo ai primi decenni del secolo passato per ripercorrere quasi un secolo denso di avvenimenti drammatici e decisivi nella storia degli Armeni.
La Prima Repubblica Democratica Armena, proclamata il 28 maggio del 1918 dopo   600 anni di domini e sottomissioni, durò solo due anni (1918-1920). Morì col trattato di pace, stretto fra l’Armenia e la Turchia la notte fra il 2 e il 3 dicembre del 1920. Le conseguenze della guerra con la Turchia furono disastrose per gli Armeni: il disarmo della maggior parte del suo esercito, la rinuncia al 50 % del suo territorio anteguerra e ai territori annessi all’Armenia con il trattato di Sèvres. Sconfitta, l’Armenia cedette il controllo ai sovietici: il 29 novembre l’Armata Sovietica entrò in Armenia. Il 13 ottobre del 1921 fu stretto il trattato di Kars, con la partecipazione delle 3 nuove entità sovietiche transcaucasiche: Armenia, Georgia e Azerbaigian. Il trattato stabilì il ritiro dell’esercito turco di Ataturk da Gyumri (in Armenia) e dall’Adgiaria (in Georgia). In cambio l’Armenia perse definitivamente i territori di Kars, Ighdir e Ardagan, compresa l’antica città di Anì e il monte Ararat, i due dei simboli dell’identità nazionale. Inoltre, anche la regione Nakhichevan, contesa in precedenza fra gli Armeni e gli Azeri, passo a quest’ultimi.
      Nel 1922 l’Armenia entrò a far parte, con la Georgia e l’Azerbaigian, della Federazione Caucasica. Con la perdita della sovranità sull’arena politica internazionale, lo spopolamento dell’altopiano armeno della sua popolazione originaria (leggi genocidio) la questione armena sparì dall’agenda internazionale.
Anche se dopo la sovietizzazione toccò dimenticare la sovranità, si riuscì a conservare una relativa indipendenza con la costituzione nel 1936 della Repubblica Sovietica Socialista Armena (la Seconda Repubblica) dentro i confini dell’URSS.
 
      L’anno 1988 entrò nella storia dell’Armenia e dell’ex Unione Sovietica per l’inizio del primo e del più grande movimento democratico nell’enclave armena in Azerbagian, vale a dire, nella regione dell’Alto Karabakh, conosciuta come Nagorno Karabakh (seguendo la traslitterazione dal russo). La popolazione armena del Nagorno Karabakh voleva unirsi all’Armenia, dalla quale fu forzatamente strappata nel 1921 a causa della politica di Stalin: si risvegliò la coscienza nazionale e lo spirito d’autodeterminazione della popolazione residente nell’Armenia sovietica e alla fine si arrivò al rovesciamento del potere comunista e alla formazione politica di nuove forze democratiche. In base al referendum del 21 settembre del 1991 l’Armenia fu proclamata uno stato indipendente. In ottobre fu eletto il primo presidente della Terza Repubblica.
Bisogna aspettare il dicembre dello stesso anno per assistere, a seguito della dichiarazione di indipendenza anche delle altre repubbliche ex sovietiche, al definitivo scioglimento dell’Unione Sovietica.
Finì un’epoca…

lunedì 20 settembre 2010

Concerto del coro "Gheghard" a Roma

Vi segnalo un'iniziativa promossa dall'Ambasciata della Repubblica Armena in Itala.

In occasione della Festa Nazionale il 21 settembre alle ore 18.30 a Roma, nella suggestiva cornice  della basilica Santa Maria degli Angeli in piazza della Repubblica, avrà luogo il concerto della musica sacra armena.  Il coro femminile del monastero di San Gheghard, proveniente dalla Repubblica d'Armenia si esibirà con i sharakan (canti spirituali) creati nel V - XV secc.

lunedì 13 settembre 2010

PanArmenian comunica

  Il "gigante" da mangiare
     
       L’11  settembre nella capitale armena Yerevan si  è tenuta la cerimonia ufficiale dell’assegnazio-
ne del certificato Guinness World Record alla società armena Grand Candy, autrice della barretta di cioccolato fondente più grande al mondo (lunga 5,6 m, larga 2,75 m, alta 25 cm) per la preparazione della quale i cioccolatieri armeni hanno faticato per 4 giorni. Questo è il primo record industriale armeno.
      Il proprietario della Grand Candy ha detto che l’idea della barretta (non ci fate caso al diminuitivo) è legata al nome stesso dell’azienda e al decennio della sua attività. In quest’occasione il 16 ottobre tutti sono invitati in piazza principale della capitale ad assaggiare il cioccolato e a partecipare ai grandi festeggiamenti. Nel frattempo “il gigante” sarà conservato nell'ambiente adatto per mantenere intatte le sue qualità.
      A proposito, il precedente record, datato 2007, appartiene all’Italia con il suo “lingotto” marrone scuro da 3 tonnellate 580kg.

giovedì 9 settembre 2010

Lo Stonehenge armeno

Antichi osservatori di  Qarahunge e Metsamor

      L’area archeologica Qarahunge, il cui nome deriva dalle parole qar – pietra e hunge – voce, suono, è situata sul promontorio roccioso di 1770 m slm, a 3 km dalla cittadina Sisian e a 200 km dalla capitale armena. Per molti decenni  si è pensato che custodiva i resti di una necropoli e del tempio dedicato al dio Ar - dio Sole - la maggior divinità degli Armeni.
      Solo a metà degli anni ‘80 è apparsa per la prima volta l’ipotesi di un monumento archeoastronomico. Il 29 luglio del 2004 con decreto parlamentare il sito è stato ufficialmente rinominato Osservatorio di Qarahunge.
      Il complesso megalittico ingloba  223 grandi pietre verticali di forma triangolare, 84 delle quali hanno buchi di diametro 4-5 cm nella loro parte superiore. Ci si può trovare una dozzina di strumenti astronomici in pietra di precisione 30 arcsec. 40 pietre formano un ellisse centrale di 45X36 m di grandezza con un grappolo di macigni al suo centro. Mentre, orientata verso nord est, si estende una fila di 8 pietre.che avrebbero permesso di identificare la direzione dei corpi celesti e di calcolare il giorno del solstizio d’estate. Si pensa che l’osservatorio fu in uso per 5500 anni (7700-2200).
Qarahunge
Metsamor
      Proprio questa settimana sul posto sono arrivati i ricercatori del programma scientifico “Stars&Stones 2010” della spedizione organizzata dall’Università di Oxford e dalla Royal Geographical Society. Il Qarahunge  che ha circa 7500 anni è più antico del britannico  Stonehenge di 3500 anni. La sorprendente somiglianza con Stonehenge fa pensare che i loro creatori erano portatori di cultura e conoscenze astronomiche molto simili, e che tutti e due i complessi fungevano da  osservatorio. Metsamor è un altro osservatorio antico sul territorio dell’Armenia moderna  L’omonima città fortezza, 35 km a sud ovest dalla capitale armena, occupava un colle vulcanico e i territori sottostanti al centro della pianura dell’Ararat. Gli scavi iniziati nel 1965 e ancora in corso, testimoniano che già nella prima parte dell’età del bronzo (fine IV – III m. a.C.) quest’area di 10,5 ettari, comprendeva una roccaforte dalle mura ciclopiche e un osservatorio-ziggurat fuori dalle mura.
       Senza dubbio, Qarahunge e Metsamor hanno bisogno dei maggiori studi e dell’adeguato supporto da parte del governo armeno e della comunità scientifica internazionale.

mercoledì 8 settembre 2010

L'astronomia armena

      L’Armenia è uno dei centri più importanti di astronomia. Le tracce dell’attività astronomica sul suo territorio moderno si possono trovare nell’arte rupestre (numerosi petroglifi raffiguranti il sole, la luna,  corpi celesti e costellazioni), nei resti degli antichi osservatori (Qarahunge e Metzamor), nell’antico calendario Armeno, nei numerosi termini e nomi astronomici utilizzati in lingua armena sin dal II-I millennio a.C., nella mappa celeste risalente al Medievo. Questa antichissima tradizione oggi continua con l’attività di uno dei più grandi osservatori moderni dell’area ex sovietica : l’Osservatorio Astrofisico di Byurakan.
Petroglifi rappresentanti costellazioni
      Le costellazioni: si pensa che la divisione del cielo in costellazioni avvenne alcuni millenni fa sull’altopiano Armeno. Secondo l’astronomo e storico della scienza Olkott, i segni zodiacali riproducono gli animali che abitavano all’epoca il territorio armeno e i suoi dintorni. Inoltre, molte costellazioni hanno i propri nomi armeni diversi da quelli greci, anche se con quest'ultimi  hanno un significato affine.
      Il calendario Armeno: gli Armeni usavano il calendario lunare e in seguito lunare e solare, che verso la metà del I millennio a.C. fu trasformato in calendario solare. La datazione del calendario comincia dall’anno 2492 a.C. in cui secondo la leggenda, il progenitore degli Armeni, Hayk, sconfisse in battaglia il tiranno Bel, uccidendolo. Il calendario era composto di  365 giorni (12 mesi di 30 gg. e un mese aggiuntivo di 5 gg.). Così come i mesi, anche i giorni avevano i propri nomi che corrispondevano ai nomi dei figli o discendenti di Hayk. L’anno nuovo cominciava con Navasard (corrispondeva all’11 agosto), quando si avviava la raccolta dell’uva e la costellazione Orione (l’armena “Hayk”) diventava visibile nel cielo notturno. Il grande calendario Armeno fu introdotto nel VI sec. ricalcolando la differenza con quello Giuliano.
Badalian H.S. 1970, History of Calendar, Publishing House of the Armenian Academy of Sciences, Yerevan, (in Armenian).
Broutian G.H. 1997, The Armenian Calendar, Echmiatzin Publishing House, Echmiatzin, 560p. (in Armenian)
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venerdì 6 agosto 2010

PanArmenian comunica

30.07.2010
Atom Egoyan
“Il regista canadese di origini armene Atom Egoyan (ndr: autore del film “Ararat”, 2002, Canada) ha intenzioni di produrre, in collaborazione con i registi turchi, il film tratto dal romanzo “Neve” del Premio Nobel per la Letteratura Ohran Pamuk”. Così ha comunicato il quotidiano turco  Hürriyet.
“Mi farà tanto piacere fare il film basato sul libro di Ohran Pamuk, e il progetto comune sarà un buon passo verso il dialogo” ha sottolineato il regista.
Riferendosi alla questione del genocidio degli Armeni il regista canadese  ha affermato che l’Armenia e la Turchia devono discutere sugli eventi  del 1915 senza mediatori. “Siccome noi non lo facciamo, l’Occidente sfrutta le nostre ferite per gli scopi politici” ha aggiunto Atom Egoyan.
Per l’attuale situazione nei rapporti turco-armeni l’apertura dei confini fra l’Armenia e la Turchia, secondo il regista, consoliderebbe la pace nella regione e garantirebbe le condizioni per il dialogo.

giovedì 5 agosto 2010

Lingua e cultura armena in Italia

         Vi segnalo quest'iniziativa promossa e comunicata dall'Associazione Padus-Araxes. 
                                                                                     
Sala degli Specchi (Palazzo Zenobio, Venezia)
        "Il Corso intensivo estivo di Lingua e Cultura Armena dell’Università Ca’ Foscari Venezia, che dall’agosto 1986 si ripete ogni anno senza interruzione, organizzato dall’Associazione culturale Padus-Araxes, sotto l'egida del Dipartimento di Studi Eurasiatici di Ca' Foscari, festeggia quest’anno il suo venticinquesimo anniversario. Il 13 e il 15 agosto sono in programma particolari iniziative accademiche ed artistiche per celebrare questo felice evento.
        Il 13 alle ore 17, presso la magnifica Sala degli specchi di Ca' Zenobio, lo storico Collegio Moorat-Raphael dei Padri Armeni Mechitaristi, si terrà la celebrazione accademica con  la prolusione del vice-presidente dell'Accademia Nazionale delle Scienze della Repubblica d'Armenia, l'accademico Prof. Vladimir Barkhudaryan, e la lectio magistralis del relatore particolarmente invitato per la circostanza, il Prof. Harutiun Kurkdjian. Seguirà un programma artistico di canti armeni e di altre tradizioni musicali con la partecipazione della soprano Rosine Tachdjian Atamian, del baritono Mkrtitch Mkrtchyan e della pianista Justin Rapaccioli.
        Il 15 agosto, festa dell'Assunta, all'Isola di San Lazzaro dei Padri Armeni in Laguna, dopo il Pontificale e la tradizionale benedizione dell'uva e il buffet offerto dai Padri avrà luogo alle 14.30 un concerto di canti religiosi e popolari armeni e di alcuni autori occidentali con la partecipazione dei medesimi artisti e del dudukista Aram Ipekdjian e della corale Padus-Araxes dei partecipanti del Corso.  
        Con la presente sono invitati amici e simpatizzanti a onorare con la loro presenza la ricorrenza."

Non perdete l'occasione di visitare questa "isola" d'armenità.
                                                                                                 


mercoledì 4 agosto 2010

SERJ TANKIAN a Yerevan

     Il 12 agosto a Yerevan si terrà il concerto del cantante rock americano Serj Tankian, uno dei personaggi più importanti dell’indie hard-rock degli ultimi anni. Lui è l’ex cantante dei System of a Down, una band alternative statunitense i cui componenti, sono tutti di origine armena, anche se nati nei paesi più disparati (Armenia, Iran, Libano, Usa). La loro musica è contraddistinta da un grande impatto sonoro dalle caratteristiche metal mentre i testi, da un profondo impegno politico.
     Alla prima di Tankian in Armenia, sarà invitato come ospite speciale il gruppo rock americano VIZA. Secondo Tankian i Viza sono uno dei gruppi più rari ed interessanti che lui abbia mai incontrato. “Loro fanno un lavoro eccezionale, combinando la musica occidentale e orientale e i loro concerti sono pieni di allegria e di energia” sostiene il musicista.
     I Viza hanno cominciato la sua attività nel 2005. Il gruppo è composto da 9 artisti - armeni e non. Uno dei suoi membri è il nipote del maestro di duduk (oboe armeno) Givan Gasparyan e porta il suo nome.
     Nei primi di luglio “l’uragano” Tankian è passato anche a Roma e a Milano lasciando dietro di sé una lunga scia di fan in delirio, col suo “Elect The Dead Symphony”, il primo album da solista  che è la reinterpretazione in versione sinfonica dei maggiori successi dei SOAD in compagnia  dei 45 orchestrali della Filarmonica Italiana.
     Una voce ricca di tonalità, travolgente e piena di temperamento (direi armeno), così come il suo modo di muoversi e di comunicare con il pubblico, che ne rimane ammaliato.

lunedì 2 agosto 2010

La fede degli Apostoli

Catedrale di Echmiadzin
Gli Armeni godono “il primato” del primo popolo che si convertì alla religione cristiana nel 301 anticipando di tanto l’editto di Teodosio del 380 che dichiarava il cristianesimo la religione di stato dell’impero Romano. Secondo la tradizione ecclesiale furono gli apostoli Taddeo e Bartolomeo a evangelizzare il popolo armeno. 
La chiesa Apostolica Armena, una delle Chiese orientali antiche, è chiamata anche Gregoriana dal nome di Gregorio Illuminatore, il suo fondatore. Veniva dalla terra dei Parti. Sopravvisse a una lunga prigionia per mano del re pagano Trdate III in una grotta piena di serpenti, dove aveva solo un po' di pane gettato da una donna, illuminata da spirito santo. In seguito guarì il re e convertì quest'ultimo e tutto il popolo al cristianesimo. Nel 301, secondo gli annali, San Gregorio ebbe una visione di Cristo che scendeva dal cielo e colpiva il suolo con un martello d'oro per mostrare il luogo dove sarebbe dovuta essere costruita la Cattedrale. Quindi il fondatore diede alla chiesa e alla città il nome di Echmiadzin, che significa "il luogo dove discese l'Unicgenito". Il capo supremo della chiesa armena, Cathólicos (in greco - patriarca), risiede nella città sacra di Echmiadzin, a 20 km dalla capitale armena. Le altre due sedi patriarcali si trovano a Gerusalemme e a Costantinopoli (Istambul). L’attuale Catholicos di tutti gli Armeni è Gareghin II.
Per saperne di più visitate il sito della Chiesa Armena Apostolica d'Italia.

giovedì 29 luglio 2010

Uno dei grandi

Cantante, cantautore e attore cinematografico francese CHARLES AZNAVOUR detto il "Frank Sinatra della Francia", canta in sei lingue e si è esibito in molte parti del mondo. Ha dato lustro alla Francia ed è stato insignito della Legion d'Onore. È ambasciatore dell'Armenia in Svizzera dal 12 febbraio 2009.
Chissà come sarebbe andata la vita di Shahnour Vaghinagh Aznavourian (chiamato alla francese Charles Aznavour) se non fosse nato per caso a Parigi il 22 maggio 1924, dove i suoi genitori erano in attesa del visto per gli Stati Uniti. Suo padre, armeno della provincia georgiana dell’Impero russo, e la madre, da una famiglia di commercianti armeni della Turchia, arrivarono a Parigi all’inizio degli anni ‘20 dalla Russia, avendo attraversato tutta l’Europa. Dopo la sua nascita la famiglia decise di stabilirsi a Parigi. Il padre che aveva una voce da baritono aprì un piccolo ristorante, dove cantava per gli immigrati. Già all’età di 9 anni Charles cominciò a cantare e esibirsi sul palcoscenico. Nel 1936 debuttò al cinema. Nel 1939 il padre partì volontario per il fronte e Charles, costretto a lavorare, lasciò la scuola teatrale TSF.
 Il suo colpo di fortuna lo ebbe quando fu scoperto nel 1946 da Édith Piaf che lo portò in tournée in Francia e negli Stati Uniti. La maggior parte delle sue canzoni parlano d'amore e nella sua lunga carriera ne ha scritte oltre 1000. Ha cantato alla Carnegie Hall ed in tutti i maggiori teatri del mondo; ha duettato con star internazionali del calibro di Liza Minnelli, Compay Segundo, Céline Dion.
Gli anni Settanta sono il periodo di maggiore successo per Aznavour, soprattutto nel Regno Unito, dove arriva al primo posto in classifica.
Nel 1988 scrive insieme al cognato e coautore Georges Garvarentz “Pour toi Armenie”, un brano dedicato alle vittime del terremoto in Armenia: la canzone rimane ai vertici delle classifiche per tredici settimane.
 Molte sue produzioni sono state interpretate da grandi della canzone mondiale: da Fred Astaire a Bing Crosby passando per Ray Charles e Liza Minnelli.
Nel 2006 parte per Cuba dove insieme a Chucho Valdés compone l’album «Color Ma Vie», pubblicato nel febbraio del 2007.
Il 30 settembre 2006 con le altre star francesi dà un concerto sulla piazza della Repubblica di Yerevan in occasione dell'inaugurazione dell'Anno armeno in Francia.



Nonostante i suoi 89 anni non smette di esibirsi in pubblico. Il 16 luglio ha cantato sulla piazza San Marco a Venezia. Leggete la curiosa intervista con l’inviato de Il Corriere della sera.


lunedì 26 luglio 2010

La lingua armena

La lingua armena è di ceppo indoeuropeo in cui occupa una nicchia a sé stante.
Alfabeto armeno
L’alfabeto armeno, aybuben (այբուբեն) così chiamato dai nomi delle due lettere dell'alfabeto armeno A ayb (Ա այբ) e B ben (Բ բեն)  inventato nel 405 dal monaco armeno Mesrop Mashtots, proclamato in seguito santo, è considerato dal suo popolo il “dono di Dio”. All’epoca, esisteva già una lingua parlata, ma i testi sacri erano solo in greco o siriaco. Il monaco capiva la necessità di una lingua scritta per la diffusione della parola di Dio. Dopo tanti peregrinazioni, ricerche, veglie, come narra lo storico, ebbe una visione: “…vide nel laboratorio del suo cuore una mano che, apparendo agli occhi dell'anima, tracciava le lettere...".
L’alfabeto originario di 36 lettere è arrivato ai giorni nostri. Nel medioevo ne furono aggiunte altre due.
La lingua scritta armena che era in uso fino al XVII sec. si chiama grabar - armeno antico. In seguito si formò asharhabar - armeno moderno con i suoi due dialetti principali: orientale e occidentale. La versione orientale è la lingua della popolazione dell’Armenia moderna, che occupa la parte orientale dell’Armenia storica, e della diaspora armena dell’Iran.
Il dialetto occidentale era diffuso fra la popolazione armena che abitava la regione dell’Anatolia e dopo i tragici avvenimenti del 1915 divenne la lingua della diaspora sparsa per il mondo (USA, Francia, Canada, Italia, Siria, Libano ecc.).

venerdì 23 luglio 2010

Dov'è l'Armenia? Chi sono gli Armeni?

     Da quindici anni mi tocca spesso rispondere alla stessa domanda: dov’è l’Armenia?
     C’è l’Armenia storica che occupa una vasta area dell’altopiano Armeno a sud della catena del Grande Caucaso, fra il Mar Nero e il Mar Caspio, ai piedi del monte biblico Ararat (5165m) dove secondo il Vecchio Testamento approdò l’Arca di Noé.
     L’Armenia in armeno è Hayastan, cioè paese di Hayk, secondo la tradizione, nipote di Noé, progenitore di tutti gli Armeni. L’Armenia di oggi (decima parte dell’Armenia storica) è una delle 15 repubbliche ex-sovietiche, divenuta indipendente nell’1991.
Armenia Moderna
          Stretta a nord dalla Georgia, a est dall’Azerbaigian, a sud dall’Iran e a sud-ovest dalla Turchia, non ha accesso al mare. La sua superficie di 29.800 km2  è un altipiano con  quota media 1700 m. Il monte più alto è l’Aragats con le sue quattro vette di cui la più alta  è di 4095 m. La sua capitale, Yerevan, è adagiata nella pianura (1000 m s.l.m.) del monte Ararat che domina, perennemente innevato, tutto il paesaggio sottostante. Dei tre laghi (Van, Urmia e Sevan) dell’antico Regno d’Armenia, il territorio attuale può sfoggiare solo Sevan (1898 m s.l.m.) uno dei più grandi laghi d’alta quota al mondo.Gli antenati degli Armeni, assieme alle popolazioni frigie, raggiunsero l’Anatolia all’inizio del I millennio a.C. Qui si fusero con le popolazioni autoctone del regno dell’Urartu dando origine al popolo armeno. 
     Nonostante continue e numerose invasioni e domini nel corso di tre millenni della loro travagliata storia, gli Armeni riuscirono a conservare la loro identità etnica, grazie a tre elementi importanti: lingua parlata, alfabeto e fede cristiana.