Il 21 settembre il popolo armeno festeggia la sua indipendenza. Esattamente 19 anni fa è nata la Terza Repubblica Armena. Ma torniamo ai primi decenni del secolo passato per ripercorrere quasi un secolo denso di avvenimenti drammatici e decisivi nella storia degli Armeni.

Nel 1922 l’Armenia entrò a far parte, con la Georgia e l’Azerbaigian, della Federazione Caucasica. Con la perdita della sovranità sull’arena politica internazionale, lo spopolamento dell’altopiano armeno della sua popolazione originaria (leggi genocidio) la questione armena sparì dall’agenda internazionale.
Anche se dopo la sovietizzazione toccò dimenticare la sovranità, si riuscì a conservare una relativa indipendenza con la costituzione nel 1936 della Repubblica Sovietica Socialista Armena (la Seconda Repubblica) dentro i confini dell’URSS.
L’anno 1988 entrò nella storia dell’Armenia e dell’ex Unione Sovietica per l’inizio del primo e del più grande movimento democratico nell’enclave armena in Azerbagian, vale a dire, nella regione dell’Alto Karabakh, conosciuta come Nagorno Karabakh (seguendo la traslitterazione dal russo). La popolazione armena del Nagorno Karabakh voleva unirsi all’Armenia, dalla quale fu forzatamente strappata nel 1921 a causa della politica di Stalin: si risvegliò la coscienza nazionale e lo spirito d’autodeterminazione della popolazione residente nell’Armenia sovietica e alla fine si arrivò al rovesciamento del potere comunista e alla formazione politica di nuove forze democratiche. In base al referendum del 21 settembre del 1991 l’Armenia fu proclamata uno stato indipendente. In ottobre fu eletto il primo presidente della Terza Repubblica.
Bisogna aspettare il dicembre dello stesso anno per assistere, a seguito della dichiarazione di indipendenza anche delle altre repubbliche ex sovietiche, al definitivo scioglimento dell’Unione Sovietica.
Finì un’epoca…
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